Utilizzare il porfido per un ambiente esterno

Molti di noi, leggendo riviste di arredamento o durante il restauro della propria abitazione, avranno sentito parlare della posa del porfido. Esso si presenta in forma di piccoli cubi ed è una roccia vulcanica, ch imicamente composta da una pasta vetrosa di base, contenente piccoli cristalli in percentuale pari al 30/40%. I cristalli presenti in maggioranza sono quelli di quarzo, in quantità minori si trovano le miche ed i feldspati. E’ proprio questa particolare conformazione a donare al porfido un colore variabile, con tonalità che vanno dal grigio chiaro al marrone.

Questa particolare pietra ornamentale viene estratta in svariate località d’ Italia, anche se le più conosciute restano il Trentino Alto Adige, dove si ammira una pietra dalle striature rossastre, e la Val Camonica dove il porfido assume una pregiata tonalità molto vicina al viola. Tale ciottolo trova impiego già nell’ antichità grazie ai Romani, i quali lo utilizzavano non solo nelle numerose forme d’ arte ma anche nella costruzione edilizia. In particolare sembra che, a questo antico popolo, ricordasse una pietra rossa proveniente dal deserto egiziano. Dal 1400 la sua tonalità vermiglia venne associata al corpo di Cristo, riservandone così l’ utilizzo ai solo imperatori. Dimostrazione del collegamento si ha visitando la Basilica di San Pietro in Vaticano: all’ inizio della navata centrale è presente un disco rosso di porfido, inizialmente cre ato per la basilica costantiniana, sul quale Carlo Magno si inginocchiò per essere incoronato dal Papa.

Negli anni l’ utilizzo del porfido è tornato accessibile ad ogni esponente della popolazione, trovando impiego soprattutto nelle applicazioni esterne, in quanto risulta resistente sia alle temperature molto elevate che ai gelidi inverni. Grazie alle particolari striature di varie tonalità che può vantare, trova posto nella costruzione di davanzali, scale e pilastri, ma la sua destinazione d’ uso più rilevante è per strade e vialetti. Tra le varie lavorazioni, ha riscosso successo la frantumazione: al fine di creare ghiaietti e granulati, utilizzando ogni tipo di scarto delle altre manipolazioni riducendo quindi anche l’ impatto ambientale. E’ merito della sua naturale scabrosità, essendo formato da cristalli diversi essi hanno tempi di erosione differenti, che l’ utilizzo maggiore e più conosciuto corrisponde alla pavimentazione di strade e vialetti sotto forma di lastre di medie dim ensioni e bolognini o sanpietrini. Soprattutto nell’ Italia del nord i bolognini trovano largo impiego: è proprio merito della città di Bologna che, a causa dalla lontananza da rilevanti corsi d’ acqua e in mancanza di ciottoli, generò questo nuovo metodo di pavimentazione per le sue strade, diventando un esempio per molti altri paesi nelle stesse condizioni.

Molti di noi, soprattutto chi abita in spazi circondati dal verde, potrebbero trovare utile adibire parte del terreno circostante a vialetto. Esso, infatti, non valorizzerebbe lo stabile solo da un punto di vista estetico, che comunque in tempo di crisi immobiliare anche questo piccolo accorgimento può rivelarsi molto utile, ma anche per quanto riguarda un concetto di comodità e praticità. Basta immaginare una giornata di pioggia per lasciarsi convincere: dopo otto lunghe ore di lavoro, rientrare in casa camminando sul prato comporta un probabile fastidioso inumidimento dei piedi, oltre che un sicuro pavimento sporcato con il fango. Procedendo su un comodo vialetto in porfido è semplice evitare queste spiacevoli conseguenze. La pavimentazione in porfido presenta numerosi vantaggi: primo fra tutti la sua resistenza sotto il passaggio di carichi pesanti e, come preannunciato all’ inizio, agli agenti atmosferici più estremi. Un altro vantaggio riguarda sicuramente la sua altissima adattabilità ad ogni tipo di terreno e ostacolo, i cubetti in porfido hanno un’ ottima resa anche su vialetti con pendenze o curve. Inoltre, se la posa viene effettuata a regola d’ arte, è possibile ottenere un ottimo risultato in qualunque contesto venga esso impiegato: si abbina bene in ambienti rustici, ma anche in soluzioni più moderne. Ultimi vantaggi, ma non per importanza, riguardano la praticità di manutenzione e l’ impatto ambientale; non essendo fissati al terreno con materie cementanti, non solo lasciano respirare il terreno sottostante tra un blocchetto e l’ altro, ma sono facilmente rimovibili e successivamente riposizionabili in caso di ripristino.

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